La nostra biblioteca si presenta: aprile 2018

Sezione Ikebana a cura di Maria Teresa Guglielmetti


La pubblicazione, preceduta da una breve introduzione all’arte dell’ikebana, è articolata in sezioni corrispondenti alle quattro stagioni a partire dalla primavera. All’interno di questa cornice l’autrice colloca fiori e piante seguendo fondamentalmente il calendario lunare cinese, utilizzato anche in Giappone fino al 1873 (1): l’inizio dell’anno e della primavera coincidono in una data che oscilla tra fine gennaio e metà febbraio.

Schema del calendario lunare utilizzato fino al 1873;  i nomi dei mesi giapponesi tradizionali sono in corsivo, tra parentesi i nomi comuni.

La rassegna si apre con il Prunus mume, dai fiori rosa o bianchi delicatamente profumati, che fin dai tempi più antichi è il protagonista della grande festa di rinascita della natura e del principio d’anno. 

Prunus mume. Sakai Hōitsu (1761–1828), 'Fiori bianchi di prunus e usignolo' part.

Primi attori le piante e i fiori utilizzati tradizionalmente in Giappone: in primavera, oltre al Prunus mume, il fiore di pesco e quello di ciliegio, il glicine e le varietà di iris più utilizzate nell’ikebana: Hanashōbu e Kakitsubata; in estate il loto, l’ortensia ed il bambù; in autunno le sette erbe (2) condividono la scena con l’acero e il crisantemo; in inverno la Nandina domestica si accompagna al pino ed alla camelia.

Il tunnel di glicini al Kawachi Wisteria Garden

Essenze e fiori dischiudono al lettore un caleidoscopio di immagini che vanno dalle vecchie fotografie all’albumina, che fecero conoscere al mondo l’Impero del Sol levante tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, alle stampe degli artisti dell’Ukiyo-e; dalle riproduzioni delle opere dei pittori Rimpa alle foto di parchi e giardini; dalle specialità culinarie ai Kamon (3); dai giochi dei bambini alle monete.

Alcuni kamon con fiori di Ume

Non solo tante immagini di fiori e curiosità, l’autrice riporta anche numerosi Haiku, alcune leggende e qualche fatto storico, presentato con brevi accenni. 


L’ikebana è rappresentato quasi esclusivamente da composizioni del secondo Iemoto Koun Ohara tratte dalle pubblicazioni Moribana & Heikwa, Selected Flower Arrangements of the Ohara School, prima edizione 1934, e dal vol. II di un’opera dal medesimo titolo, pubblicata nel 1938 a cura del terzo Iemoto Houn Ohara, un mese dopo la morte del padre. La presentazione delle composizioni, di grande sensibilità e poesia, ad opera dei professori Nakahara e Hashizume, è stata tradotta dall’inglese dall’autrice, che ha svolto anche un’interessante ricerca sui forni di produzione delle ceramiche utilizzate per le composizioni.



Piante e fiori dell’ikebana, una miscellanea di cultura giapponese, scritta con entusiasmo, si presenta come una lettura gradevole e rilassante.
Note

(1) Anno dell’adozione in Giappone del calendario gregoriano
(2) Sono sette piante selvatiche simbolo dell’autunno cantate in tutte le raccolte poetiche a partire dalla più antica il Man’yōshū, composto tra la seconda metà del V secolo d.C. e la metà dell’VIII, e nei Monogatari, un genere letterario di narrazioni in prosa.
(3) Sono gli emblemi usati per indicare il lignaggio, la parentela e la posizione sociale.