Vita di Club: gita a Firenze

Approfittando di queste splendide giornate autunnali un gruppo di soci ikebanisti si è recato a Firenze per visitare la mostra "Il rinascimento giapponese - La natura nei dipinti su paravento dal XV al XVII secolo".




Il nostro gruppo milanese si è riunito a Firenze con altri ikebanisti, provenienti da Roma e guidati da Silvana Mattei, per visitare insieme la mostra.
Accompagnatrice d'eccezione Rossella Marangoni, che con la consueta competenza ci ha guidati attraverso la storia giapponese illustrandoci le peculiarità di questa straordinaria forma artistica.

Kanō Einō, Uccelli  e fiori in primavere ed estate (part.) seconda metà del XVII secolo. Museo d'Arte Suntory.

La mostra, che raccoglie 39 paraventi, presenta in questi giorni una selezione di 13 splendidi Byōbu,  letteralmente "schermi contro il vento", realizzati con tecniche diverse: su fondo oro e monocromi.
Ecco alcuni spunti tratti dalle spiegazioni di Rossella Marangoni:
"(...) queste opere d'arte nascono a una esigenza di tipo funzionale e non decorativo, servivano infatti per suddividere lo spazio negli interni giapponesi."

"(...) I primi paraventi di cui abbiamo conoscenza illustrano poesie "

"(...) I paraventi nascono anche per rispondere all'esigenza di dar luce all'interno, per questo si comincia ad utilizzare il fondo d'oro, per illuminare la stanza."


Asciugatura delle reti da pesca (part.), prima metà del XVII sec. Museo Nazionale di Tokyo

"(...) I paraventi su fondo oro erano commissionati prevalentemente dall'aristocrazia guerriera per ostentare potere e ricchezza. Soggetti preferiti erano fiori e uccelli."

"(...) I paraventi monocromi fanno più spesso riferimento alla tradizione dei templi zen influenzati dalla cultura cinese (...) I letterati cinesi si ritiravano dalla vita sociale per dedicarsi alle arti come la musica e la pittura, ripresa in questi paraventi che spesso raffigurano paesaggi accennati, immersi nella nebbia o nella neve con figure umane molto piccole." 


Scuola Hasegawa, Foresta di cipressi (part.) tardo XVI sec.
"(...) In occidente siamo abituati a concepire l'artista come unico davanti alla materia mentre in Giappone è sempre un gruppo di persone che operano per creare bellezza. Per questo alcuni critici parlano di un arte 'senza nome', per questo alcune volte non si riesce ad attribuire l'opera ad un unico artista ma si parla di 'scuola'."

"(...) L'arte giapponese non racconta tutto ma il fruitore può avere un ruolo attivo filtrando attraverso la sua sensibilità ciò che vede rappresentato"



Con gli occhi pieni di bellezza ripartiamo verso casa, ripromettendoci di organizzare presto altre giornate come questa, ricche di stimoli interessanti e di amicizia.

Roberta Santagostino