Crisantemo: cultura, arte, tradizioni in oriente


Il crisantemo in Cina era già coltivato al tempo di Confucio, circa nel 500 a.C.; la creazione di nuove varietà continuò nel tempo ed oggi se ne contano oltre 3.000. 

Pianta perenne, che fiorisce a lungo, in Cina il crisantemo divenne simbolo di lunga vita.
In molti scritti e poesie cinesi antichi, è descritto come “midollo di giada, corpo di ghiaccio, petalo di perla e cuore rosso”, perché sa fiorire nei freddi giorni d’autunno quando tutti gli altri fiori appassiscono.

Kaifeng, Cina, 17.10.2017: ingresso al 35° Festival culturale del crisantemo. All'intero il pubblico dipinge.



Preferisce morire fragrante sullo stelo, 
piuttosto che volar via con il vento.

La sua bellezza e il suo carattere forte lo fecero amare dagli studiosi cinesi romantici. Insieme con il pruno, il bambù e l’orchidea è uno dei cosiddetti “quattro gentiluomini”, che rappresentavano la purezza e la nobiltà degli studiosi confuciani.

Bevi rugiada di magnolia al mattino
e cibati dei petali che cadono dal crisantemo alla sera.
Qu Yuan (340-278 a.C.), versi dalla poesia “Li Sao”

Le tradizioni culturali restano vive nella Cina moderna e anche oggi il crisantemo è presente nella vita di tutti i giorni di ogni cinese.

Kaifeng, Festival culturale del crisantemo 2017 [Photo/IC].                   Cina, moneta da 1 Yuan

Il crisantemo in Giappone,
simbolo di bellezza e perfezione, fiore raggiante simbolo del sole, è l’emblema dell’imperatore. Egli discende infatti miticamente dalla dea solare Amaterasu.
Lo stemma araldico a 16 petali raffigura anche una rosa dei venti, al centro della quale l’imperatore governa le direzioni dello spazio.

Lo stendardo imperiale del Giappone e l’imperatrice Michiko con un diadema di crisantemi in diamanti

L’ultimo festival dell’anno tradizionale giapponese, il Festival dei crisantemi, si teneva il nono giorno del nono mese. Di origine cinese, fu introdotto in Giappone dall’imperatore Kanmu (781–806). 
Vi si gustava vino di crisantemo ritenendo così di ottenere lunga vita. Si preparavano per l’occasione grandi composizioni di crisantemi, di ogni colore e varietà e le dame di corte potevano lasciare i loro appartamenti e finalmente uscire, per ammirare i fiori, comporre poesie e far festa.
Ukiyo-e (xilografia) di Utagawa Kunisada (1786-1865)

Kikuzuki (Nono mese) xilografia di Utamaro (1753?-1806): una donna prepara delle palline dolci di riso e un servitore porta un vaso di crisantemi 

Nell'immagine di sinistra: cortigiane di alto rango nei quartieri del piacere (sopra) guardano le loro giovani assistenti (sotto) mentre portano una grande composizione durante il Festival dei Crisantemi.

Abitudini delle donne nei dodici mesi, Nono mese, di Katsukawa Shunshō, 
(ca. 1781–1790), colore su seta, MOA Museum of Art, Atami.


Nel tardo XVIII secolo nacque anche l’usanza, tuttora presente, di costruire bambole con crisantemi.

Il crisantemo è un motivo tradizionale nelle arti popolari, riprodotto ovunque: su tessuti, porcellane, arredi.
È presente in tutta la storia dell’arte giapponese.


Katabira (kimono estivo) con crisantemi e foglie di palma. Proprietà culturale importante. Museo Nazionale di Kyoto.


Rotolo dipinto. Colore su carta. Cambridge, USA, Harvard Art Museum.

Molte leggende popolari composte nel periodo medievale in Giappone raccontano straordinarie unioni di umani e non umani. Questo rotolo dipinto parla della relazione fra una giovane donna e lo spirito di un crisantemo, da cui nascerà una fanciulla fortunata.

Diverse poesie sul crisantemo associano questo fiore all’immortalità, come questa del poeta di corte Ki no Tomonori (c. 850 – c. 904), dove la rugiada è metafora del vino di crisantemo:

Il crisantemo, lasciate che lo colga, 
ancora umido di rugiada, e lo metta fra i capelli, 
così che l’autunno non diventerà mai vecchio. 
(in Kokinshū, Autunno 2, no. 270)

 

Piante in fiore d’autunno. Paravento a due ante, facente parte di una coppia. Scuola Rimpa, attribuito a Ogata Korin (1658-1716). Colore su carta, Tokyo, Suntory Museum.

Altre liriche invece riportano un sentimento di malinconia proprio della stagione che ritroviamo anche in Occidente, come questo haiku di Bashô (1644-1694):

profumo di crisantemi
occhiali vecchi
nel giardino


Nicoletta Fumagalli

Fonti
Robert Kushner, http://www.artnet.com/awc/robert-kushner.html; MOA Museum of Art, Atami;
Suntory Museum; Harvard Art Museum; Museo Nazionale di Kyoto